mercoledì 10 novembre 2010

La biografia

                                                     Un campo di meditazione è un luogo dove fermare il nostro coinvolgimento nell'attività quotidiana e creare uno spazio per esplorare il mondo interiore.
                                                    "Perché correre affannosamente qua e là senza motivo? Tu sei ciò che l'esistenza vuole che tu sia. Devi solo rilassarti"
(Osho)

Osho nasce a Kuchwada, nel Madhya Pradesh, in India Centrale, l'11 dicembre 1931. Il periodo dell'infanzia ebbe grande influenza sulla sua crescita, poiché, cresciuto in casa dei nonni, questi gli diedero la massima libertà e gli dimostrarono grande rispetto. Crebbe senza cure particolari né restrizioni o alcun tipo di educazione imposta. I bambini, come egli stesso ricorda, durante i primi sette anni, vengono influenzati in maniera negativa dall'esser forzati ad imparare e dal negare loro la dignità: "se ad un bambino nei suoi primi anni è permessa la libertà, crescerà forte e,abbastanza intelligente da decidere e discutere, e potrà auto-educarsi. Se un bambino riceve rispetto, è più obbediente verso i genitori; se i genitori ignorano la sua individualità, il bambino a sua volta li ignorerà."


La sua straordinaria ricerca del vero, raggiunge l'acme all'età di ventun anni. Il 21 marzo 1953 Osho s'illumina. La somma esperienza di estasi trascendentale si materializza in lui. La goccia si fonde con l'Oceano, e l'Oceano si riversa nella goccia. Un'esperienza orgasmica, come egli stesso la definisce, che lo innalza ad un livello di consapevolezza tale da comprendere la vera essenza della realtà, nascosta prima dai multiforme veli di Maya.

Carico dell'energia eterica che aveva acquisito, decide di condividere la sua esperienza con ogni individuo. Comincia, dunque, una serie di viaggi per l'India che lo porteranno ad incontrare migliaia di persone in dibattiti e convegni, arrivando, nella fine degli anni Cinquanta, a parlare ad oltre centomila persone.

Nel 1956 termina i suoi studi, laureandosi in filosofia. Continua la carriera universitaria insegnando dapprima al Sanskrit College di Raipur e successivamente all'Università di Jabalpur. 

Alla fine degli anni '60, inizio '70, un gruppo di suoi seguaci istituisce una fondazione in supporto del suo lavoro, il che gli permette di lasciare l'occupazione universitaria e dedicarsi completamente al suo unico interesse, aiutare l'uomo a vivere l'esperienza da lui vissuta. Osho sa benissimo, però, quanto sia impossibile trasmettere o condividere l'esperienza dell'illuminazione. Anche i suoi seguaci lo sanno. Eppure si muovono in gran numero per seguire il Maestro, mossi dal tentativo di Osho di fare ciò che non può essere fatto, condividere ciò che non può essere condiviso, insegnare ciò che non potrà mai, per sua natura, essere insegnato.

Le folle che seguono Osho, non lo fanno per il desiderio masochistico di ascoltare parole di saggezza che confondono le idee rendendo la realtà ancor più oscura e complicata. A loro interessa semplicemente intraprendere il cammino della conoscenza, che li porterà alla comprensione del vero, con Osho, senza intermediari.

E proprio per dare a tutti i suoi seguaci la possibilità di conoscere, Osho comincia ad organizzare Campi di Meditazione durante i quali utilizza tecniche in grado di aiutare a cogliere quel "silenzio" in cui si manifesta la nostra vera natura.

Consapevole della diversità psicofisica e mentale dell'uomo di oggi, nonché dell'uomo occidentale rispetto a quello orientale, Osho sperimenta nuove tecniche di meditazione più vicine al tipo di "sonno psicologico" in cui versa l'uomo. A causa di una diversità anatomico-fisiologica dell'uomo occidentale rispetto all'orientale, il quale presenta un bacino più allargato, il che gli permette lunghe meditazioni statiche nella posizione del loto in maniera del tutto comoda, Osho sperimentò nuove tecniche meditative dinamiche, più conformi proprio all'uomo occidentale, stressato ed ipercinetico, quindi meno capace di restare seduto con le gambe incrociate.

Ed è proprio durante una di queste meditazioni, che Osho amava tenere all'aperto, il 26 settembre 1970 iniziò il suo primo discepolo, o sannyasin.

Il 21 Marzo 1974, in occasione del ventunesimo anniversario della sua illuminazione, Osho si trasferisce a Puna (India) e, con il suo seguito di discepoli fonda il suo ashram, centro di comunità spirituale, dove intensificò i discorsi offrendo degli spunti per cogliere il Silenzio da cui ha origine la consapevolezza. In pochi anni, l'ashram di Puna diventa un crocevia di gente proveniente da ogni parte del mondo accorsi in quella resort di pace e meditazione nel sud dell'India, vogliosi di ascoltare e vivere il Maestro. Erano migliaia le persone che, nella fine degli anni '70, partecipavano ai gruppi terapeutici e a corsi di meditazione, per ascoltare il discorso giornaliero tenuto al mattino da Osho, ora chiamato Bhagwan, oppure partecipare al darshan (incontro col Maestro) serale.

Nell'estate del 1981, l'esperienza di comune spinge Osho oltreoceano, in Oregon, dove fonda la Rajneeshpuram ("Essenza di Rajneesh") una comune grande 65.000 acri, molto vicina ad una vera e propria cittadina.

L'inizio travolgente ed il grande successo della comune in Oregon si protraggono a lungo nel tempo e questo comincia a disturbare gli organi di governo americani che costringono Osho in un primo momento ad allontanarsi dalla comune, poi ne ordina l'arresto in diverse prigioni americane, fino ad arrivare alla completa espulsione dagli Stati Uniti.

Ormai perseguitato dal governo americano per aver rotto le barriere necessarie per mettere in atto la sudditanza psicologica che politica e religioni continuano a fare ai nostri danni, ed avendo, così, svegliato l'essere umano, portandolo ad un livello superiore di consapevolezza, Osho torna, nella fine degli anni '80 a Puna. La sua salute comincia ad essere sempre più malferma, eppure continua a tenere i suoi discorsi. E proprio in uno di questi, annuncia (discorso, tra l'altro, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo) la causa della sua prossima morte: un avvelenamento da tallio, subito dagli organi dei servizi segreti americani, durante la sua permanenza in una prigione statunitense.

Lo scandalo si accende in mezzo mondo, ma la potenza di pochi riesce a mettere a tacere molti.

Il 19 gennaio 1990 Osho lascia il corpo.

Poco tempo prima di morire, Osho, lasciò la seguente epigrafe, ancora oggi sulla sua tomba.

"OSHO. Never Born, Never Died. Only Visited this Planet Earth between Dec 11 1931 – Jan 19 1990." ovvero "Osho. Mai nato, mai morto, ha solo visitato questo pianeta Terra dall'11 dicembre 1931 al 19 gennaio 1990".

Sw. Prem Ganesha

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